Leverage Finanziario

Un’azienda dispone di numerosi strumenti per acquisire le risorse finanziare necessarie allo sviluppo della stessa: uno dei mezzi più quotati atti a tale acquisizione consiste nell’indebitamento che le aziende scelgono di contrarre, mediante la richiesta di prestiti finanziari e finanziamenti in genere. Questo genere di indebitamento, qualora insorga a carico degli azionisti che compongono l’impresa, prende il nome di leverage finanziario, altrimenti conosciuto come leva finanziaria.

La leva finanziaria, se utilizzata in circostanze economiche positive, rappresenta per gli azionisti dell’azienda un fenomeno dai riscontri effettivi: ciò si traduce in una potenziale crescita, atta a migliorare la redditività inerente i mezzi che gli azionisti stessi hanno scelto di investire; vicendevolmente, tale riscontro è da escludersi nel caso in cui il leverage finanziario funga da strumento per fronteggiare un’ipotetica crisi economica, o ancora in circostanze di debito eccessivamente alto.

I prestiti cui l’azienda sceglie per finanziare l’investimento possono avvenire nel rispetto di tre modalità ben distinte: nello specifico, si tratta dell’utilizzo degli utili, dell’emissione di nuove azioni, ed ancora del ricorso al debito. L’utilizzo degli utili riguarda una politica economica che, nell’immediato, non costituisce alcun vantaggio per gli azionisti. Gli stessi infatti non percepiscono alcuno dei dividendi a loro spettanti, almeno per quanto concerne il primo anno successivo all’applicazione del leverage finanziario.

A partire dal secondo anno, tuttavia, gli azionisti diverranno i diretti interessati di un considerevole incremento della propria redditività; per quanto concerne l’emissione di nuove azioni, invece, si tratta di una scelta che comporta un aumento del numero di azionisti interni all’azienda: ciò significa che nell’immediato il prezzo delle azioni è destinato a subire un calo, mentre per quanto riguarda l’anno successivo la suddivisione degli utili comporterà una remunerazione uguale o inferiore alla precedente, fattore ancora una volta ricollocabile all’aumento del numero di azionisti; prendendo in esame il ricorso al debito, infine, il valore degli utili e l’ammontare delle azioni non sono destinati a subire alcuna variazione. I dividendi riconosciuti agli anni successivi potranno subire sì un incremento, ma non differiranno comunque in maniera eccessiva da quelli riconosciuti agli anni precedenti: essendo il ricorso al debito una forma di finanziamento esterna, infatti, tale finanziamento prevede di essere saldato.

Prendendo in esame ciascuna delle eventualità precedentemente elencate, la forma di leverage finanziario più conveniente equivale all’utilizzo degli utili: questa forma di rinuncia iniziale, infatti, risulta essere il metodo dal quale gli azionisti trarranno maggiori vantaggi.