Come funziona e cos’è il credito al consumo

Il credito al consumo è un finanziamento con restituzione rateale finalizzato all’acquisto di beni e/o servizi concesso in forma di prestito personale, cessione del quinto dello stipendio o credito rotativo. Questo tipo di prestito, regolato dalla Legge 142/1992, prevede un importo compreso fra i 154,94 e i 30.987,41 euro. Può essere concesso da banche, agenzie iscritte all’albo dell’UIC e dai commercianti (esclusivamente nella forma di dilazione del pagamento di beni o servizi).

È possibile sottoscrivere il contratto presso l’ente finanziatore o nel punto vendita di riferimento. Il contraente è tenuto a fornire un documento d’identità, il codice fiscale e la documentazione attestante il proprio reddito. Il trattamento dei dati personali è di norma regolato dalla Legge sulla Privacy 675/1996.

Al cliente, a cui devono essere chiaramente notificate le condizioni che verranno applicate nelle operazioni finanziarie, spetta una copia del contratto, che deve essere redatto per iscritto e contenere:

– il nome dell’ente erogatore e i dati relativi al contraente,
– la somma del prestito e le modalità di finanziamento (numero, importo e scadenza delle rate – TAN, TAEG e condizioni in base alle quali questi possono essere modificati – importo e causale degli oneri esclusi dal calcolo del TAEG),
– eventuali coperture assicurative, garanzie richieste e spese maggiori in caso di mora,
– modalità di recesso.

Il credito al consumo si ottiene per lo più tramite finanziamenti rateali e revolving credit (credito rotativo). Nel primo caso l’importo è soggetto a un piano di rimborso prestabilito e a rate quantificate sin dall’inizio, se il tasso d’interesse è fisso; il credito può essere versato direttamente all’interessato (prestito personale) oppure al venditore del bene o servizio acquistato a rate (prestito finalizzato). La seconda modalità, invece, mette a disposizione del consumatore una somma di denaro che può essere utilizzata a propria discrezione; il beneficiario è libero di definire il piano di rimborso, assicurando il pagamento di una data somma minima mensile.
Ottenuto il finanziamento, il contraente deve rimborsare all’ente erogatore l’importo delle rate entro la data di scadenza, secondo le modalità concordate (attraverso addebiti sul conto corrente bancario, bollettini postali o altro). È necessario che il consumatore comunichi tempestivamente al finanziatore eventuali modifiche dei propri dati o recapiti avvenute nel corso della durata del contratto, in modo tale da evitare possibili disguidi.

Il cliente può sempre estinguere anticipatamente il prestito, versando la somma residua, gli interessi e gli altri oneri maturati fino al momento dell’estinzione; inoltre, se il contratto lo prevede, è necessario pagare un’imposta ulteriore che deve mantenersi nei limiti previsti dalla legge (all’oggi l’1% del capitale residuo).